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lunedì 13 ottobre 2014

Il giudice Albertano e il caso della fanciulla che sembrava in croce - Enrico Giustacchini



Enrico Giustacchini è un giornalista e scrittore che vive a Gavardo, un paesino della provincia di Brescia che si snoda lungo il fiume Chiese. È proprio in questa cittadina che l'autore ha ambientato il suo romanzo “Il giudice Albertano e il caso della fanciulla che sembrava in croce”. La scelta, che potrebbe apparire ad uno sguardo distratto meramente campanilistica, deriva invece da precise motivazioni storiche. Il giudice Albertano da Brescia, protagonista del romanzo e insigne filosofo e letterato nonché militare, politico e diplomatico del XIII secolo, fu inviato in questa località in qualità di capitano di una guarnigione nel 1238. In quell'anno, infatti, Federico II si apprestava ad assalire Brescia e il castro gavardese rappresentava un essenziale avamposto e baluardo difensivo della città. 



Albertano e Federico II in un'incisione storica
Albertano da Brescia rappresenta un personaggio storico su generis di per sé, la cui grande cultura lo farà brillare anche presso la corte dello stesso Federico II, nonostante questi lo avesse fatto prigioniero in una guerra contro il suo dominio. Nel 1246 Albertano compone il Liber consolationis et consilii, un trattato morale sul tema del perdono, opera che riscuote notevole successo in tutta Europa fino al XV secolo. Di nostro interesse è che nel suddetto trattato viene raccontata la storia di un delitto carico di significati simbolici. L'ideazione e l'attuazione dell'omicidio descritto sono talmente complesse e articolate da non avere nulla da invidiare alle trame dei thriller moderni. Da questo caso simbolico Giustacchini prende spunto per dare vita e ricreare l'evento ambientandolo a Gavardo nel periodo di permanenza del giudice. Il protagonista, grazie alle sue notevoli doti di analisi e ricerca, riuscirà a sbrogliare la tutt'altro che semplice matassa.



Enrico Giustacchini
Di questo romanzo, che si potrebbe tranquillamente definire romanzo-saggio vista la generosa dose di approfondimenti e ricerca storica in esso contenuti, ho apprezzato soprattutto la maestria con la quale l'autore, con poche precise pennellate, ha ricreato la psicologia delle persone del tempo. Troppo spesso infatti si leggono romanzi storici i cui personaggi, pur non esprimendosi con termini propriamente moderni, possiedono tuttavia mentalità e sensibilità agli avvenimenti che li circondano avulsa dal loro contesto storico. Gli uomini e le donne descritte dal Giustacchini, pur muovendosi in un humus di semplicità e superstizione a matrice religiosa, non appaiono mai ridicoli o annichiliti nella loro personalità.


Il testo presenta una prefazione storico-esplicativa dell'autore e una corposa appendice dove, per ogni capitolo del romanzo, i lettori possono trovare approfondimenti, notizie, citazioni e informazioni sul periodo medievale. Come detto poc'anzi il romanzo presenta una ricerca storica talmente accurata da poter tranquillamente toccare anche la saggistica. Per questo motivo ne consiglio la lettura agli amanti dei romanzi storici fortemente contestualizzati ed educativi perché questa abbondanza di citazioni – presenti anche lungo il testo narrativo – ne rallentano talvolta il ritmo e indulgono in digressioni che possono distogliere dalla storia principale.




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