I neri nel nuoto sono svantaggiati per ragioni fisiologiche. Hanno una densità ossea più elevata rispetto ad altre popolazioni e una minor percentuale di tessuto grasso: perciò galleggiano meno facilmente. Inoltre, hanno una maggior percentuale di fibre muscolari “veloci”, quelle predisposte per gli sforzi rapidi e intensi, ideali per correre i 100 metri in 10 secondi o “schiacciare” la palla nel canestro. Nel nuoto invece la gara più breve, i 50 metri, richiede più di venti secondi.
Non tutti i neri sono uguali. I risultati olimpionici nel fondo e nella maratona dimostrano che keniani ed etiopi, per esempio, sono molto predisposti per sforzi medio-lunghi. Ma nei loro Paesi non ci sono molte piscine, e perciò scarse sono le possibilità di selezionare e far emergere una nutrita “classe” di nuotatori, dalla quale potrebbe poi venir fuori il campione. Per quanto riguarda i neri americani, poiché molto spesso lo sport è considerato una via per uscire, anche economicamente, dalla condizione di inferiorità sociale, di solito antepongono al nuoto discipline “ricche”, come la boxe, il basket o il football.