Giappone

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Giappone
Giappone – Bandiera Giappone - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Giappone - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo Stato del Giappone
Nome ufficiale 日本国
Lingue ufficiali Giapponese[1]
Capitale Tōkyō  (12.942.366 ab. / 2009)
Politica
Forma di governo Monarchia costituzionale
Imperatore Akihito
Primo Ministro Naoto Kan
Indipendenza 660 a.C. (fondazione dello stato)
Ingresso nell'ONU Dal 18 dicembre 1956
Superficie
Totale 377.835 km² (60º)
 % delle acque 0,8 %
Popolazione
Totale 127.288.419 ab. (2008) (10º)
Densità 337 ab./km²
Geografia
Continente Asia
Fuso orario UTC +9
Economia
Valuta Yen giapponese
PIL (PPA) 4.354.368 milioni di $  ()
PIL pro capite (PPA) 34.115 $  (2008)  (19º)
ISU (2007) 0,96 (molto alto) (10º)
Varie
TLD .jp
Prefisso tel. +81
Sigla autom. J
Inno nazionale Kimi ga yo ("Il Regno dell'Imperatore")
Festa nazionale 11 febbraio
{{{nome}}} - Mappa
 

Il Giappone (日本 Nihon o Nippon?, ufficialmente 日本国 Nihon-koku o Nippon-koku)[2], è uno Stato insulare dell'Asia orientale. Situato nell'Oceano Pacifico, si trova ad est di Mar del Giappone, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud e Russia; e si snoda dal Mare di Ochotsk nel nord, fino al Mar Cinese orientale e Taiwan nel sud. I caratteri che compongono il nome del Giappone significano "origine del sole", ed è questo il motivo per cui è spesso identificato come la terra del Sole nascente o il Paese del Sol levante. Il Giappone è un arcipelago composto da 6852 isole; le 4 isole più grandi sono: Honshū, Hokkaidō, Kyūshū e Shikoku, che da sole rappresentano circa il 97% della superficie terrestre del Giappone. Molte isole sono montagne, alcune di origine vulcanica; per esempio, la vetta più alta del Giappone, il Monte Fuji è un vulcano attivo[3]. Con una popolazione di circa 128 milioni di individui, il Giappone risulta essere la decima nazione più popolosa al mondo. La Grande Area di Tōkyō, che include la città di Tōkyō e numerose prefetture confinanti, è di fatto la più grande area metropolitana del mondo, con oltre 30 milioni di residenti. Ricerche archeologiche indicano che l'arcipelago è abitato dal Paleolitico superiore. La prima menzione scritta sul Giappone inizia con una breve apparizione in un libro di storia cinese del primo secolo a.C. Influenze provenienti dal mondo esterno seguirono un lungo periodo di isolamento che ha caratterizzato profondamente la storia del Giappone. Fin dall'adozione dell'attuale Costituzione, il Giappone mantiene una monarchia costituzionale con un imperatore e un parlamento eletto, la dieta. Tra le grandi potenze[4], il Giappone ha la seconda maggiore economia per prodotto interno lordo e la terza maggiore per potere d'acquisto, è anche il quarto maggiore esportatore e il sesto maggiore importatore a livello mondiale. Inoltre il Giappone è l'unica nazione asiatica del G8 e attualmente è un membro non permanente del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il Giappone ha un moderno apparato militare utilizzato per l'autodifesa e per missioni di pace, ed ha riavuto il diritto di dichiarare guerra (cosa che dopo il 1945 non ha potuto fare). Il Giappone è un paese sviluppato con uno standard di vita molto elevato (decimo a livello mondiale), inoltre i cittadini giapponesi hanno la maggiore aspettativa di vita al mondo e il tasso di mortalità infantile è il terzo più basso.[5][6]

Indice

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Storia [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Storia del Giappone.

Era Jomon e Yayoi [modifica]

I primi segni di civiltà risalgono al XI millennio a.C. circa con la cultura Jōmon, caratterizzata dal mesolitico al neolitico da uno stile di vita semi sedentario cacciatore-raccoglitore e da una forma rudimentale di agricoltura.[7] Il popolo Jomon produceva vasi di argilla decorati, spesso con motivi realizzati premendo corde contro l'argilla umida. Alcuni dei più antichi esemplari di vasellame esistenti al mondo si trovano in Giappone.[8]

Il Periodo Yayoi, iniziato intorno al 300 a.C. segnò l'introduzione di nuove pratiche come la coltivazione del riso e la produzione di oggetti in bronzo e ferro, portate da immigrati dell'Asia continentale orientale.[9] Il Giappone compare per la prima volta in registrazioni scritte nell'Hou Hanshu cinese del 57 d.C., come «il popolo di Wa, formato da più di un centinaio di tribù». Secondo il Libro di Wei cinese, il più potente regno giapponese nel III secolo era chiamato Yamataikoku ed era governato dalla leggendaria regina Himiko.

Era classica [modifica]

Il Grande Buddha nel tempio di Tōdai-ji, Nara, fuso originariamente nel 752.

Durante il periodo Kofun, dal III secolo al VII secolo, si stabilì un centro dominante politico basato nell'area di Yamato, da dove sorse la linea dinastica degli imperatori giapponesi.

Il Buddhismo fu importato in Giappone dal regno coreano di Baekje, a cui il Giappone fornì aiuto militare[10], ricevendo il supporto della classe governante. Il principe Shōtoku si impegnò a diffondere il Buddhismo e la cultura cinese in Giappone. Gli viene attribuito l'aver portato una pace relativa al Giappone attraverso la proclamazione della Costituzione di 17 articoli.

Cominciando con gli Editti di riforma di Taika del 645 la corte Yamato intensificò l'adozione di pratiche culturali cinesi e riorganizzò il governo e il codice penale basandosi sulla struttura amministrativa cinese dell'epoca.[11] Ciò preparò la strada al dominio della filosofia confuciana in Giappone fino al XIX secolo. In questo periodo venne utilizzata per la prima volta la parola Nihon (日本?) come nome per lo stato emergente.

Il periodo Nara dell'VIII secolo segnò il primo emergere di un forte stato giapponese, centrato intorno alla corte imperiale nella città di Heijō (odierna Nara). La corte imperiale si trasferì per un breve periodo a Nagaoka-kyō, e quindi a Heian Kyō (ora Kyōto).

Gli scritti storici del Giappone culminarono all'inizio dell'VIII secolo con le cronache epiche del Kojiki e del Nihon Shoki. Queste due cronache danno un resoconto leggendario delle origini del Giappone. Secondo esse il Giappone venne fondato nel 660 a.C. dall'imperatore Jinmu, un discendente della divinità shintoista Amaterasu (la dea del sole). Si dice che Jimmu sia l'antenato della dinastia imperiale, rimasta ininterrotta fino ai nostri giorni. Comunque secondo gli storici il primo imperatore realmente esistito fu l'imperatore Ōjin, sebbene la data del suo regno sia incerta.[senza fonte]

Illustrazione dal Genji Monogatari. L'originale è conservato al Tokugawa Museum in Giappone.

Durante il periodo Heian (794-1185) fiorirono arte, poesia e letteratura autoctone, immortalate all'inizio dell'XI secolo dalla dama di corte Murasaki Shikibu nel Genji monogatari (Il racconto di Genji), il più antico racconto ancora esistente. I reggenti del clan Fujiwara controllarono la politica dell'epoca.

Era medievale [modifica]

Il samurai Hasekura Tsunenaga, primo ambasciatore ufficiale giapponese alle Americhe e Europa, nel 1615.

L'era medievale giapponese fu caratterizzata dell'emergere di una classe nobile e colta di guerrieri, i samurai. Nel 1185 in seguito alla sconfitta dei nemici del clan Taira, Minamoto no Yoritomo venne nominato Shōgun e stabilì la sua base di potere a Kamakura nel 1192. Dopo la morte di Yoritomo, un altro clan guerriero, il clan Hōjō, divenne reggente per gli shōgun. Lo shogunato Kamakura riuscì a respingere le invasioni mongole nel 1274 e nel 1281 con l'aiuto di una tempesta che venne interpretata dai giapponesi come un kamikaze, o "Vento Divino". Lo shogunato Kamakura durò altri cinquant'anni e venne infine spodestato da Ashikaga Takauji nel 1333. Il successivo shogunato Ashikaga non riuscì a controllare i signori della guerra feudali (daimyō) e ciò provocò lo scoppio di una guerra civile. La guerra Ōnin (1467-1477) viene generalmente considerata come l'anticamera degli "Stati in guerra" o periodo Sengoku.

Nel XVI secolo commercianti e missionari portoghesi raggiunsero per la prima volta il Giappone, iniziando il periodo Nanban ("barbari meridionali") di attivi scambi commerciali e culturali tra il Giappone e l'Occidente, introducendo anche la religione Cattolica. Oda Nobunaga conquistò numerosi altri daimyo utilizzando tecnologie e armi da fuoco europee ed era sul punto di unificare la nazione quando venne assassinato ("Incidente di Honnōji") nel 1582. Toyotomi Hideyoshi succedette a Nobunaga e unificò la nazione nel 1590. Hideyoshi tentò due volte di invadere la Corea ma venne ogni volta arrestato dalle forze coreane e della dinastia Ming cinese. In seguito a numerose sconfitte e alla morte di Hideyoshi le truppe giapponesi vennero ritirate nel 1597.

Periodo Edo [modifica]

Una Nave shuinsen del 1634. Questo genere di navi fu usato per il commercio con l'Asia.

Dopo la morte di Hideyoshi, Tokugawa Ieyasu sfruttò la sua posizione di reggente del figlio di Hideyoshi, Toyotomi Hideyori, e i conflitti sorti tra i lealisti del clan Toyotomi, per ottenere il supporto di diversi signori della guerra da tutto il Giappone. Quando scoppiò la guerra aperta sconfisse i clan rivali nella battaglia di Sekigahara nel 1600. Ieyasu venne nominato shōgun nel 1603 e stabilì lo shogunato Tokugawa a Edo (la moderna Tōkyō).

Dopo aver sconfitto il clan Toyotomi all'assedio di Osaka nel 1614 e nel 1615 i Tokugawa divennero i governanti del Giappone, imponendo un sistema feudale centralizzato con lo shogun Tokugawa a capo dei domini feudali. Dopo la morte di Ieyasu, lo shogunato Tokugawa instaurò diverse misure per controllare i daimyo, tra cui la politica sankin-kōtai di rotazione forzata della residenza tra i feudi e Edo. Nel 1639, lo shogunato iniziò la politica isolazionista del sakoku («paese chiuso») che diede due secoli e mezzo di tenue unità politica conosciuto come periodo Edo. Questo viene spesso considerato come l'apice della cultura medievale giapponese. Lo studio delle scienze occidentali, conosciuto come rangaku, continuò in questo periodo mediante contatti con l'enclave olandese di Dejima a Nagasaki. Il periodo Edo vide la nascita del kokugaku, letteralmente «studi giapponesi», sebbene più correttamente rappresenti lo studio delle origini del Giappone da parte dei giapponesi stessi.[12] Yamaga Soko è uno stratega che sostenne i princìpi del Bushido. Le sue idee ebbero una forte influenza sui Quarantasette Ronin e il Sonnō jōi. Il lungo governo shogunale del bakufu irrigidì lo schema sociale dell'arcipelago giapponese. La classe dirigente era rappresentata dalla grande nobiltà terriera (Bushi), feudatari dipendenti direttamente dagli Shogun Tokugawa e suddivisi in Daimyo, Hatamoto, Gokenin e Bashin. Il territorio era suddiviso in dieci regioni:

Giappone moderno [modifica]

Il 31 marzo 1854, il commodoro Matthew Perry e le "Navi Nere" della marina degli Stati Uniti forzarono l'apertura del Giappone all'Occidente con la Convenzione di Kanagawa. La guerra Boshin del 1867-1868 condusse all'abdicazione dello shogunato e alla restaurazione Meiji instaurando un governo centrato intorno all'imperatore. Il Giappone adottò numerose istituzioni occidentali, inclusi un sistema legale, un esercito moderno e un sistema parlamentare, quest'ultimo modellato su quello britannico, con Ito Hirobumi come Primo Ministro nel 1882.

L'era Meiji di riforme trasformò l'Impero del Giappone in una potenza mondiale, che si imbarcò in diversi conflitti militari per aumentare il suo accesso alle risorse naturali e la sua influenza su Corea e Cina, come la prima guerra cino-giapponese (1894-1895) e la guerra russo-giapponese (1904-1905). Con quest'ultima per la prima volta una nazione asiatica sconfisse una potenza europea. Nel 1910 il Giappone controllava la Corea e la metà meridionale di Sakhalin. L'anno successivo i trattati ineguali firmati dal Giappone con le potenze occidentali vennero cancellati.

L'inizio del XX secolo vide un breve periodo di "democrazia Taisho", messa in ombra dalla crescita dell'espansionismo giapponese e della militarizzazione. La prima guerra mondiale permise al Giappone, che combatté al fianco degli Alleati vittoriosi, di espandere la sua sfera di influenza in Asia e i suoi possedimenti coloniali nel Pacifico. Nel 1920 il Giappone si unì alla Lega delle Nazioni divenendone un membro del consiglio di sicurezza, ma nel 1933 ne uscì in seguito alle critiche per l'occupazione della Manciuria del 1931. Nel 1936 firmò il patto anti-Comintern con la Germania nazista, unendosi all'Asse nel 1940 (Patto tripartito).

Il Giappone attaccò il resto della Cina, così come molte altre nazioni e isole dell'Asia orientale, iniziando la seconda guerra sino-giapponese (1937-1945). In risposta alle sue azioni, alcuni Stati occidentali, tra cui principalmente gli Stati Uniti, il Regno Unito e i Paesi Bassi, imposero un embargo delle forniture di petrolio e altre sanzioni. Il 7 dicembre 1941 il Giappone attaccò la base navale statunitense di Pearl Harbor dichiarando guerra a Stati Uniti, Regno Unito e Paesi Bassi. Quest'azione fece entrare nella seconda guerra mondiale gli Stati Uniti, che quattro giorni dopo ricevettero la dichiarazione di guerra dalla Germania nazista.

Con progressione costante le forze giapponesi furono respinte o distrutte. Man mano che gli Stati Uniti si portavano sempre più vicini al Giappone furono in grado di usare efficacemente i bombardamenti. I bombardamenti strategici di città come Tōkyō e Osaka culminarono con il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki. Questi attacchi uccisero diverse centinaia di migliaia di giapponesi e portarono al termine della guerra. A seguito di ciò, il 2 settembre 1945 il Giappone accettò una resa incondizionata. Venne organizzato un tribunale militare per perseguire i leader giapponesi per crimini di guerra. Altri criminali di guerra vennero giudicati in tribunali locali dell'Asia e del Pacifico. L'imperatore Showa ricevette l'immunità e mantenne la posizione di imperatore.

Molti storici criticano il lavoro fatto dal generale Douglas MacArthur e dai suoi collaboratori per esonerare l'imperatore Showa e tutti i membri della famiglia imperiale coinvolti nella guerra come i principi Yasuhito Chichibu, Tsuneyoshi Takeda, Yasuhiko Asaka, Naruhiko Higashikuni, Kotohito Kan'in e Hiroyasu Fushimi.[13][14]

Herbert Bix sostiene inoltre che "le misure straordinarie adottate da MacArthur per salvare Hirohito dall'essere processato come criminale di guerra ebbero un duraturo e profondo impatto distorsivo sulla comprensione della guerra da parte dei giapponesi", e che "nei mesi dopo che il processo di Tōkyō iniziò, i più elevati sottoposti di MacArthur stavano lavorando per attribuire la sostanziale responsibilità per Pearl Harbor a Hideki Tojo".[15] Shuichi Mizota, l'interprete dell'ammiraglio Mitsumasa Yonai, ha dichiarato che Bonner Fellers incontrò l'ammiraglio il 6 marzo 1946 e gli disse: "sarebbe più conveniente se da parte giapponese ci arrivasse la prova che l'Imperatore è completamente innocente. Credo che l'incombente processo offra la migliore opportunità di farlo. Su Tojo, in particolare, dovrebbe gravare il peso di tutta la responsabilità in questo processo".[16][17]

Per John Dower, un altro storico americano, "la riuscita campagna per assolvere l'Imperatore dalle responsabilità di guerra non conobbe limiti. Hirohito non fu solo semplicemente presentato come innocente di ogni atto formale che avrebbe potuto renderlo indiziato come criminale di guerra. Egli fu trasformato in una figura quasi santa senza la minima responsabilità morale per la guerra", "con il pieno supporto del quartier generale di MacArthur, l'accusa, in effetti era come una squadra di difensori dell'imperatore".[18]

La guerra costò al Giappone milioni di vite e distrusse la maggior parte della struttura industriale e infrastrutturale. Nel 1947 il Giappone adottò una nuova costituzione pacifista, cercando la cooperazione internazionale, enfatizzando i diritti umani e le pratiche democratiche. L'occupazione statunitense durò ufficialmente fino al 1952; nel 1956 il Giappone divenne membro delle Nazioni Unite. Grazie a un programma di sviluppo industriale aggressivo e con l'assistenza degli Stati Uniti, l'economia giapponese crebbe rapidamente fino a diventare la seconda più grande economia del mondo, con un tasso di crescita medio del 10% per quattro decadi. Questa crescita si arrestò negli anni novanta, quando soffrì una grave recessione. A partire dal 2001 il Giappone ha ripreso a crescere, grazie alle riforme dell'ex premier Junichiro Koizumi, ed ha anche riacquistato prestigio militare, affiancando gli USA nella guerra al terrorismo.

Geografia [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci Geografia del Giappone e Isole del Giappone.
Mappa topografica del Giappone

L'arcipelago giapponese è al largo delle coste orientali asiatiche, fra il mar del Giappone a ovest, il mar cinese orientale a sud-ovest e l'oceano pacifico a nord; è formato da quattro isole principali (da nord a sud: Hokkaido, Honshu, Shikoku, Kyushu) e da oltre 3000 isole minori e isolotti, che formano un arco lungo circa 3000 km che si apre verso nord-ovest.

Demografia [modifica]

Il Giappone ha una popolazione di circa 128 milioni di abitanti. Avendo una superficie di 377.835 km² ha una densità abitativa di circa 337 abitanti/km², di quasi sette volte superiore alla media mondiale. La popolazione è distribuita in megalopoli, la maggiore delle quali ha il suo centro nella capitale Tōkyō. Quest'ultima ospita 12 milioni di abitanti nella prefettura omonima, ma il tessuto urbano ininterrotto che la collega alle città circostanti conta più di 35 milioni di abitanti.

I principali gruppi etnici in Giappone sono: 99,4% Giapponesi e 0,6% altri, prevalentemente Coreani (il 40,4% dei non-Giapponesi), Cinesi e Filippini.

Le religioni principali sono lo Shintoismo (83,9%) e il Buddhismo (71,4%), spesso professate unitamente; i cristiani sono una minoranza (2%).[19] Vi sono piccole comunità di musulmani, perlopiù immigrati. La religione in Giappone tende verso il sincretismo. Va comunque detto che i giapponesi non considerano il matrimonio come un atto totalmente religioso, ed amano celebrare più di un rito, di solito il primo ed ufficiale di stampo buddista/shintoista, ed un secondo di modello cristiano/occidentale. Molte coppie tendono a spostarsi all'estero proprio per ufficiare questo secondo rito, soprattutto nelle chiese o municipi europei, in isole del Pacifico (in particolare le Hawaii) o in California.

Il tasso di mortalità è fra i più bassi al mondo (9.54/1000 ab), ma il tasso di natalità altrettanto limitato (7.64/1000 ab) determina una diminuzione effettiva della popolazione e un suo progressivo invecchiamento. Questo fattore risulta già determinante (il 25% della popolazione è over 65) e lo sarà sempre di più nel corso degli anni (nel 2050 si stima che oltre un terzo della popolazione sarà over 65).

Lingue [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Lingue nipponiche.

La lingua nazionale è il giapponese, parlato dalla quasi totalità degli abitanti nati in tale arcipelago anche se sopravvive un piccolo gruppo di etnia Ainu.

Economia [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Economia del Giappone.

A partire dal 1868 iniziò la prima espansione economica del Giappone, grazie all’imperatore Meiji. Il Paese adottò le idee anglosassoni del libero mercato, molti giapponesi iniziarono a studiare all’estero e viceversa. In quel periodo sorsero alcune delle maggiori aziende del Paese, che così già all’inizio del Novecento divenne il più sviluppato dell’Asia.

Dopo la seconda guerra mondiale il Giappone fu protagonista di un “miracolo economico”: il suo prodotto interno lordo crebbe in media del 10 per cento negli anni sessanta, del 5 per cento nei settanta e del 4 negli ottanta.[20] La crescita rallentò fortemente negli anni novanta, con lo scoppio della bolla speculativa e l’emersione di alcune debolezze locali sul mercato interno, in politica, nei settori bancario e finanziario e nei conti pubblici (il debito pubblico giapponese ammonta al 189 per cento del PIL[21]). Il Paese tentò anche di riprendersi leggermente, almeno fino al collasso delle dot com nel 2000.[22] Dopo il 2005 l’economia ha ricominciato a crescere del 2,8 per cento, fino a punte del 5,5 negli anni immediatamente successivi, più degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.[23]

Oggi il Giappone è la seconda potenza economica dell’Asia, e la terza[24] al mondo dopo Stati Uniti e Cina, sia per PIL nominale che a parità di potere d'acquisto.[25] Attualmente è un Paese postindustriale, in cui due terzi del reddito provengono dal terziario (banche, assicurazioni, real estate, commercio, trasporti, comunicazione, costruzioni, intrattenimento).[26] L’industria è tra le più imponenti ed avanzate al mondo, ed è dominata da due settori chiave, la produzione di automobili e l’elettronica di consumo, seguite dai settori siderurgico, chimico, farmaceutico, della gomma, petrolchimico, cantieristico, motociclistico, microelettronico, videoludico, tessile, alimentare, del legno, dei laterizi, del tabacco e degli strumenti musicali.[22] Nel Paese si trovano sia grandi multinazionali (Toyota, Honda, Sony, Panasonic, Toshiba, Sharp, Canon, Nintendo, Bridgestone, Japan Tobacco, NTT, Nippon Steel, Nippon Oil)[27] sia piccole e medie aziende. Inoltre hanno sede alcune delle maggiori banche mondiali, e la Borsa di Tokyo, seconda al mondo per capitalizzazione.[28] Più limitato è il ruolo dell'agricoltura (riso, té, patate, ortaggi) e dell'allevamento, mentre la pesca locale è seconda al mondo dopo quella della Cina.

Nel 2001 il Giappone contava su una popolazione attiva di 67 milioni di persone,[29] e solo il 4 per cento degli adulti è disoccupato. Nonostante il reddito pro capite dei giapponesi sia ancora 19esimo al mondo[30] e il salario orario sia il più alto in assoluto,[31] il paese deve fare i conti con l’aumento della povertà (20 milioni di persone).

Le esportazioni del Giappone ammontavano a 4210 dollari pro capite nel 2005, e sono rappresentate in primo luogo da automobili e prodotti elettronici. I suoi principali clienti sono: Stati Uniti 22.8%, Unione Europea 14.5%, Cina 14.3%, Corea del Sud 7.8%, Taiwan 6.8% ed Hong Kong 5.6%. Il Paese importa soprattutto materie prime agricole e minerarie, da: Cina 20.5%, Stati Uniti 12.0%, Unione Europea 10.3%, Arabia Saudita 6.4%, Emirati Arabi Uniti 5.5%, Australia 4.8%, Corea del Sud 4.7%, Indonesia 4.2%.[32]

Clima [modifica]

Il clima del Giappone è generalmente temperato ma varia a volte in modo sensibile da nord a sud. La stagione delle piogge inizia a maggio ad Okinawa. Fondamentalmente è possibile dividere l'arcipelago in sei distinte zone:

Ecco qui di seguito una tabella che indica le temperature e le precipitazioni di Tōkyō.[33]

mese → Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Temperatura massima media (°C) 9 9 13 18 22 25 29 31 27 21 16 12 19,3
Temperatura minima media (°C) -1 0 3 9 13 18 22 23 20 13 7 2 10,7
Piogge (mm) 51 69 108 128 143 172 141 149 216 192 96 53 1518

Cultura [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Cultura giapponese.

La cultura giapponese ha subito forti modifiche nel corso dei secoli, cambiando da quella originaria (risalente al periodo Jōmon), fino a quella contemporanea, che combina influenze asiatiche, europee e statunitensi. L'arte tradizionale giapponese include le arti dell'ikebana, dell'origami, dell'ukiyō-e, delle bambole, delle lacche, e delle ceramiche; il teatro (bunraku, danza, kabuki, e rakugo); le tradizioni (i giochi, la cerimonia del tè, il budo, l'architettura, i giardini, e le spade); e la cucina. La fusione della pittura tradizionale giapponese e di quella occidentale ha dato vita ai manga, il fumetto tradizionale del Giappone, diventato famoso anche nel resto del mondo. I cartoni animati influenzati dallo stile dei manga vengono chiamati anime. I videogiochi giapponesi hanno iniziato ad avere grande successo a partire dagli anni ottanta, grazie soprattutto all'opera di Nintendo, che si è lanciata con successo in questo mercato, seguita poi da Sony, SEGA, Konami ed altre aziende negli anni novanta.

Avendo preso in prestito dalle vicine culture strumenti, scale e stili, la musica giapponese è particolarmente eclettica. Molti strumenti musicali come il koto vennero introdotti nel IX e X secolo. L'accompagnamento del teatro nasce nel XIV secolo, e la musica popolare folcloristica con lo shamisen nel XVI secolo. La musica occidentale venne introdotta nel secolo XIX, ed è ormai diventata parte integrante della cultura. Il Giappone del dopoguerra venne fortemente influenzato dalle musiche americane ed europee, dando vita alla cosiddetta J-Pop.

Tra i primi manoscritti della letteratura giapponese i più importanti sono il Kojiki, il Nihon Shoki, e il Man'yōshū, raccolta di poesie del secolo VIII. Tutti vennero scritti in caratteri cinesi. All'inizio del periodo Heian venne creato il sistema di trascrizione fonetica detto kana (formato da hiragana e katakana). La Taketori monogatari (竹取物語? "Storia di un tagliabambù") è considerato il primo racconto della letteratura giapponese. Una descrizione della vita di corte dell'epoca Heian viene data da Sei Shōnagon nel Makura no sōshi (枕草子? "Note del Guanciale"), mentre il Genji monogatari (源氏物語? "Storia di Genji") di Murasaki Shikibu è considerato il primo romanzo nel mondo.

Durante il periodo Edo la letteratura divenne l'arte dei chōnin (lett. gente di città), la gente ordinaria. Non era più, quindi, prerogativa degli aristocratici. Il cosiddetto Yomihon, ad esempio, divenne famoso, dando prova di questo cambiamento. Il periodo Meiji segnò il declino delle forme tradizionali della letteratura; infatti è proprio in questo periodo che la letteratura giapponese integrò le influenze occidentali. Natsume Soseki e Mori Ōgai furono i primi scrittori della letteratura giapponese moderna. Vennero seguiti da Akutagawa Ryunosuke, Tanizaki Jun'ichirō, Kawabata Yasunari, Mishima Yukio fino ad arrivare a Murakami Haruki e Banana Yoshimoto. Il Giappone vanta due scrittori vincitori di un Premio Nobel: Kawabata Yasunari (1968) e Ōe Kenzaburō (1994).

Istruzione [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Istruzione in Giappone.

Nella maggior parte delle scuole giapponesi si indossa una divisa scolastica. Hanno un obbligo scolastico di 9 anni (le scuole elementari durano 6 anni), il 22% della popolazione è laureata e, praticamente, non vi sono analfabeti.

Ambiente [modifica]

Baia di Ago e le montagne Takami dall'osservatorio Kirigaki, Shima.

In Giappone è presente una grande varietà di tipi di vegetazione che passa dalla sub artica a quella tropicale. La foresta copre circa il 70% del territorio; il Giappone, infatti, è al secondo posto come percentuale di verde dopo la Finlandia. Nelle zone di media montagna (RACHY C.) e in quelle costiere (AGA C.) si trovano foreste temperate, mentre nelle zone montuose sono situate le foreste boreali di conifere. Tra i 400 e i 1500 metri si trova spesso la brughiera giapponese (Hara): un insieme di conifere.

Trattati internazionali ambientali sottoscritti:

Parchi nazionali [modifica]

Storia della preservazione ambientale [modifica]

La politica di preservazione ambientale del Giappone risale all'era Tokugawa (circa 1603-1867) e seguì una strategia top-down (letteralmente "dall'alto verso il basso")[34] di cui si fece promotore lo shogun stesso.

In quel periodo, infatti, il Giappone viveva un periodo di pace e prosperità che aveva ben presto portato ad un eccessivo sfruttamento delle risorse forestali del paese. Questo si deve principalmente a cinque fattori:

Il disboscamento ebbe la sua acme, assieme al boom edilizio, nel periodo 1570-1650. Lo shogun arrivò a ordinare l'abbattimento delle foreste in tutto il paese (e non solo sulle sue proprietà) per poter realizzare le sue residenze e pretese da ogni daimyo un tributo in legname: restarono intatte solo le zone meno accessibili e la parte nord dell'isola di Hokkaidō. La forte richiesta di legno arrivò persino a scatenare tensioni sociali, non solo per accapparrarsi le risorse rimaste, ma anche per stabilire i prezzi e le modalità del trasporto.

La gravità della situazione venne messa a nudo dal grande incendio del 1657 e gli shogun dell'epoca reagirono esortando alla parsimonia nello stile di vita (limitazioni nel fasto delle case) e imponendo delle rigide regole allo sfruttamento delle foreste. Già nel 1666 venne vietato il taglio degli alberi, incentivato il rimboschimento e un editto dello shogun metteva in guardia contro l'erosione, la deforestazione e l'impoverimento dei suoli. Dal 1700 fu attivo un articolato corpo di leggi per la gestione forestale (demandata al Ministero delle Finanze), che prevedeva anche una capillare rete di gestione sul territorio con diversi ambiti e gradi di responsabilità (chi poteva rilasciare il permesso di taglio, quanto tagliare, chi era demandato al controllo etc.). Inoltre, lungo le strade principali e i fiumi, vennero istituiti dei posti di guardia per assicurarsi che tutto il legname in transito avesse rispettato le leggi.

Venne ridotto l'impiego di legname nelle costruzioni e anche per il riscaldamento delle abitazioni (sostituito dal carbone); si ridusse il rischio di incendi.

La misure certamente più importanti, però, riguardarono la selvicoltura, considerata un vero e proprio investimento a lungo termine: fiorirono i trattati al riguardo e numerosi furono gli imprenditori che vi si dedicarono, nonché il governo stesso. In questo modo estese aree del Giappone vennero destinate alle piantagioni forestali.

Oggi, nonostante l'alta densità, il Giappone ha un territorio coperto per il 70% circa di montagne, ricoperte di foreste e poco popolate. Le aree boschive sono ben protette e gestite, e sono in ulteriore espansione.

Sport [modifica]

All'inizio del XX secolo il Giappone ha dato vita ad una serie di arti marziali denominate Budō, molto in voga tra i guerrieri. Queste includono il Karate, il Jūjutsu, il Ninjutsu, Judo,l'Aikido e il Kendō. Il Sumo viene inoltre considerato il più caratteristico sport nazionale giapponese, con i suoi enormi lottatori che si sfidano in piccole arene circolari.

Solo dopo l'era Meiji molti sport occidentali entrarono a far parte della cultura giapponese, alcuni di questi inseriti dapprima come materia di studio nelle scuole e successivamente metabolizzati come discipline ludiche.

Il baseball (chiamato 野球 yakyū) ad esempio è uno dei giochi più popolari in Giappone, dove la prima squadra professionale fu istituita nel 1937. Il massimo campionato è denominato Lega Professionale Giapponese ed è suddiviso in due leghe. La nazionale giapponese, rappresenta il Giappone nelle competizioni internazionali organizzate dalla IBAF.

Invece per quanto riguarda il calcio, la J-League professionistica è nata soltanto nel 1992. Molto popolare anche la pallavolo, che ha visto la squadra femminile vincitrice del torneo olimpico nel 1964 ed il rugby (il Giappone sarà il paese ospitante della Coppa del mondo 2018). Abbastanza diffusi sono anche la pallacanestro, il nuoto (alcuni nuotatori giapponesi sono tra i più competitivi al mondo) la ginnastica artistica e l'atletica leggera.

Il Giappone festeggia il Taiiku no hi (体育の日), ovvero la giornata dello sport e della salute, il 10 ottobre in commemorazione della XVIII Olimpiade (1964). Altri eventi degni di nota sono stati gli XI Giochi olimpici invernali del 1972 a Sapporo, i XVIII Giochi olimpici invernali di Nagano e i Mondiali di calcio del 2002 organizzati in collaborazione con la Corea del Sud.

Oltre alle attività sopra elencate, in Giappone sono estremamente diffusi gli sport da ring, in particolare il k-1, infatti è in questa nazione che sono stati fondati i più importanti tornei al mondo: il K-1 world max e il K-1 world GP.

Il wrestling in Giappone è considerato uno sport vero e proprio con spazi sulle riviste e giornali sportivi del paese, il termine con cui ci si riferisce ad esso è Puroresu (la trascrizione di Pro Wrestling); la prima federazione fu fondata nel 1953 da Rikidozan, la Japan Pro Wrestling, da questa federazione provengono Antonio Inoki e Giant Baba fondatori delle federazioni New Japan Pro Wrestling e All Japan Pro Wrestling, per anni avversari. Nel panorama attuale oltre a queste federazioni (ad eccezione della JPW chiusa nel 1973) le più importanti sono la NOAH, la Dragon Gate, la Zero1 Max e la Big Japan Wrestling, oltre a queste ci sono miriadi di federazioni minori. Nel panorama wrestling giapponese un grande spazio hanno le federazioni di Joshi Puroresu, wrestling femminile; queste federazioni sono parecchie.

Televisione [modifica]

Il 13 maggio 1939[35] fu effettuato il primo esperimento di trasmissione via radio, mentre le trasmissioni regolari iniziarono il 1º febbraio 1953[36].

I sei principali network:

Altre importanti stazioni di trasmissioni televisive sono:

Ad esse fanno capo diverse TV locali legate alle varie prefetture.

Arte [modifica]

Con l'arrivo della civiltà occidentale non si può più parlare di un'arte autonoma, ma l'arte giapponese si inserisce vigorosamente nelle più moderne correnti artistiche, specie architettoniche.

Per quanto riguarda le arti tradizionali giapponesi, che sono tutte permeate dalla filosofia Zen, esse hanno costituito per secoli un unicum che non ha corrispondenza in occidente. Sono giunte fino a noi pressoché intatte e sono tuttora vive e vitali. Sono praticate in tutto il mondo da decine di migliaia di persone ed hanno costituito un vettore essenziale della conoscenza all'estero della cultura giapponese. Tutte sono fondate sul principio della "via" (dō) cioè su un cammino interiore da percorrere per giungere all'illuminazione. Ma al di là della loro valenza filosofica, hanno comunque un contenuto estetico che può essere percepito autonomamente. Queste forme espressive costituiscono il nucleo più autentico della cultura giapponese e ad esse i giapponesi sono stati e sono molto legati. Elemento costante e centrale di esse è la rappresentazione istantanea della bellezza, espressa, il più sinteticamente possibile, con il segno, la forma o il gesto. Le più note sono: il cha no yu (o sadō) la via del tè, l'ikebana (o kadō) la via dei fiori, lo shodō la via della calligrafia, il ko-do la via dell'Incenso.

Una menzione a parte per la corrente artistica del Mono-Ha, originatasi sul finire degli anni sessanta, per mano di un gruppo di artisti concentratisi sull'aspetto effimero e impermanente di oggetti ed eventi, messi in relazione allo spazio, all'uomo ed alla realtà.

Letteratura moderna [modifica]

Durante l'era Meiji si ebbe il declino della letteratura classica e poco per volta gli scrittori adottarono temi e stili prettamente occidentali. I primi scrittori "moderni" che si possono citare sono Mori Ōgai e Natsume Sōseki, seguiti da Akutagawa Ryunosuke, Tanizaki Jun'ichirō e Mishima Yukio.

Il Giappone può vantare due Premi Nobel per la letteratura:

Tra gli scrittori contemporanei conosciuti e pubblicati in Italia spiccano fra gli altri Yoshimoto Banana (Kitchen, Honeymoon, H/H, Tsugumi, Arcobaleno, Amrita), e Murakami Haruki (Norwegian Wood, Underground, La ragazza dello Sputnik).

Musica [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Musica giapponese.

Accanto all'arte aulica e sacra esisteva però un'espressione popolare basata su una scala di 12 suoni cromatici, la cui costruzione risale al 1500 a.C.

Dal sistema dei 12 toni si sviluppa però la possibilità teorica di estendere il numero delle disposizioni variamente trasportate e alternate fino a 84 scale diverse in seguito dal XIV al XVI secolo, la musica strumentale, corale e la danza danno luogo a primitive e popolari rappresentazioni sceniche eseguite ancora oggi con gli strumenti originali: il koto (simile al salterio), la biwa ( specie di liuto), la shamisen (chitarra a 3 corde a plettro) oltre agli strumenti a fiato e a percussione.

Per molto tempo i musicisti giapponesi si sono nutriti di elementi prevalentemente germanici; dopo la prima guerra mondiale i favori si sono, invece, volti sempre più verso la musica francese e italiana. Successivamente con l'avvento della globalizzazione anche i giapponesi si sono scoperti anglofili, imitando la musica pop e rock d'oltre oceano e cantando in inglese.

Sono nati così negli anni ottanta due filoni (interconnessi al punto che spesso si contaminano l'un l'altro) che vengono definiti:

dove la lettera J sta appunto ad indicare "japanese" (giapponese)

Accanto a J-pop e J-rock si è sviluppato più recentemente anche l'hip hop giapponese.

Fuori dall'Asia la musica contemporanea giapponese è conosciuta quasi esclusivamente grazie alle colonne sonore e musiche di sottofondo di videogiochi e anime, i cartoni animati giapponesi.

Politica [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Politica del Giappone.

Politica interna [modifica]

Formalmente il Giappone è una monarchia parlamentare ereditaria, ma il ruolo dell'imperatore è esclusivamente simbolico, come stabilito dalla costituzione del 3 novembre 1946. L'ordinamento istituzionale giapponese è quindi identificabile con le moderne democrazie parlamentari; in confronto, vi è una più marcata differenziazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) dovuta all'influenza degli Stati Uniti durante la stesura della costituzione.

Il potere legislativo è affidato alle due camere della Dieta: la Camera dei