06 Novembre 2009
Elena Rossi e quella sua semplicità nel cogliere il senso delle cose
Alle volte non siamo noi a dover cercare il senso della realtà.
Leggi: Elena Rossi, un miracolo di bontà. Aveva fatto di Tempi un problema suo
di
Annalena Valenti
Alle volte non siamo noi a dover cercare il senso della realtà, ché il senso, l’eterno, ci viene a visitare aprendo una breccia nella vita e in modo imprevisto, assolutamente misterioso si fa vedere e toccare. Il cristianesimo è strano, ha detto don Emilio al tuo funerale, Elena. Strano come attraversare le tenebre e nello stesso preciso istante essere miracolosamente certi della presenza del bene. Ti conobbi al mercatino di Natale, tu davanti a quei banchi di collane e libri allo stesso tempo solare, prorompente, già amica, come una bambina gioiosa di tutto, avendo già in mente a chi quel tutto destinare, immediata a capirne il senso: «Sai Matteo, un po’ dei soldi di questa collana vanno ai bambini meno fortunati di te», e ci stupimmo del tuo dirlo per ogni cosa acquistata. Semplice nel cogliere il senso delle cose, non essendo scontato il farlo. Giocosa e decisa, come quando ci convincesti che quello shampoo prima di tuffarci in mare ci avrebbe lasciati puliti e non salati, e se ci credemmo fu in forza del tuo entusiasmo. E nello stesso momento semplice nel vedere in una cicatrice la tua vita come un miracolo e il lavoro a Tempi come un bene. Ci saluti, come dalla barca di quell’ultima foto estiva, colorata e chiara nella notte buia. Tu adesso in Cielo a guardarci, e rimane quella breccia aperta sull’eterno di cui anche noi, qui messi insieme, dobbiamo imparare ad essere degni. Ciao Elena. «E quella, sì lontana/ come parea, sorrise e riguardommi;/ poi si tornò a l’etterna fontana».mammaoca.wordpress.com