Variabili casuali
Variabili casuali
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Tipo: esercitazione | |
Materia: Teoria dei segnali e dei fenomeni aleatori | |
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Le variabili casuali sono funzioni che permettono di associare un numero al risultato di un esperimento. Questo viene fatto per riportare tutto in uno spazio matematico, in cui poter usare tutti gli strumenti matematici noti.
Cosiderando lo spazio a 100 dimensioni,
si dice misurabile se , la controimmagine di attraverso appartiene ad .
Un boreliano è ad esempio un insieme della forma con . La condizione di misurabilità
consente di attribuire una probabilità agli eventi specificati dai valori assunti dalla variabile casuale.
Questo perché va inteso come
e la condizione di misurabilità di sommato al fatto che è un boreliano assicurano che sia un evento in . Allora, si potrà scrivere che
Questo è ben definito, perché
- .
Se la funzione misurabile è effettivamente una variabile casuale, per ogni evento nello spazio di arrivo possiamo trovare una controimmagine nello spazio di probabilità originario. Nella controimmagine abbiamo definito la probabilità, quindi è possibile trovare sempre un valore di probabilità associato al valore della variabile casuale e viceversa. Quello che non deve succedere è che, tornando indietro, venga generata una controimmagine che non appartiene ad .
Indice
[nascondi]Funzione indicatrice[modifica]
come
Verifichiamo che è una variabile casuale.
Consideriamo il generico boreliano e determiniamo la controimmagine data da . Graficamente...
Avremo che
è indicata anche come ed è detta funzione indicatrice dell'evento A.
A conclusione di questo, dato che
allora è una variabile casuale.
Notare che l'immagine di attraverso è un insieme finito, quindi è una variabile casuale discreta.
Come si può verificare che definita su uno spazio di probabilità sia una variabile casuale? La verifica basata sulla definizione appena vista è onerosa, perché bisogna considerare tutti i boreliani e calcolare le controimmagini attraverso , verificando che appartengano a . Il seguente lemma permette di restringere la verifica ad un sottoinsieme di boreliani.
Se uno spazio è discreto, basta definire le probabilità sugli eventi elementari della -algebra. Se è continuo, è impossibile definire le probabilità per ogni elemento della -algebra. Avevamo definito una probabilità su un'algebra che ci permette di generare la -algebra di interesse, in modo tale da estendere la misura di probabilità alla -algebra. La stessa cosa accade qui: andiamo a trovare la controimmagine per un sottoinsieme di boreliani, e possiamo poi estendere a tutti gli eventi che sono nell'insieme boreliano. È la stessa cosa. Usiamo la funzione X per generare il nostro sottoinsieme di eventi, verifichiamo che esistano le controimmagini sul sottoinsieme definito ed abbiamo finito.
Abbiamo visto che può essere costruita come la più piccola -algebra che contiene insiemi del tipo . Dati quindi e , è una variabile casuale se
Se abbiamo una variabile casuale n-dimensionale, allora abbiamo n variabili casuali e viceversa. Questo non vuol dire che se abbiamo la densità congiunta di due variabili casuali possiamo verificare l'indipendenza: bisogna prima calcolare le marginali e lavorare su quelle.
misurabile da a , X ha n componenti lungo gli assi coordinati
- con
allora ogni componente è una variabile casuale.
Vale
Questo è vero se e solo se
Da cui si deve avere
cioè
definite su
misurabili da a , allora il vettore
Distribuzioni delle variabili casuali[modifica]
data da
Nella maggior parte dei casi la si definisce direttamente nella definizione di variabile casuale.
La distribuzione di probabilità soddisfa le seguenti proprietà:
- è non decrescente
- , cioè è continua a destra;
- ammette limite sinistro, ossia
Tutte le funzioni che soddisfano queste proprietà sono funzioni di distribuzione della variabile casuale .
Abbiamo visto che ad ogni funzione di distribuzione su è associata una ed una sola misura di probabilità che soddisfa . Per estensione, indichiamo con la misura di probabilità associata alla ,
è la misura di probabilità su tale che
Proprietà di e :
Sappiamo che essa esiste ed è unica. Definiamo
come
X è una variabile casuale su ; inoltre,
- .
Consideriamo l'evento
Solitamente, si caratterizza la variabile casuale X indicando la densità di probabilità.
con . Si ha
con
In questo caso conviene introdurre
Consideriamo lo spazio e definiamo la funzione
è una variabile casuale discreta con funzione di distribuzione
A questo punto, possiamo scrivere che
con
Allora la funzione di distribuzione è
Il risultato è quello in figura:
Variabili casuali notevoli continue[modifica]
Esponenziale di parametro [modifica]
> x1=[-10:0.01:0]; > x2=[0.01:0.01:10]; > lambda = 1; % valore scelto arbitrariamente > f_x = lambda .* exp(- lambda .* x2); > plot([x1 x2], [zeros(size(x1) f_x)])
Esponenziale bilatera, o di Laplace[modifica]
> x=[-10:0.001:10]; > lambda = 1; % valore scelto arbitrariamente > f_x = lambda/2 .* exp(- lambda .* abs(x)); > plot(x, f_x)
La codifica predittiva utilizza parecchio la variabile casuale di Laplace. Si vuole comprimere un video, una serie di fotogrammi
In generale, la funzione di densità di probabilità dei pixel sarà uniforme; al contrario, però, la funzione di densità di probabilità di
Variabile casuale di Rayleigh di parametro [modifica]
> x1=[-10:0.01:0]; > x2=[0.01:0.01:10]; > b = 1; % valore scelto arbitrariamente > f_x = x2 .* 2/b .* exp(-x^2./b) > plot([x1 x2], [zeros(size(x1) f_x)])
Mixture gaussiane[modifica]
Sono le variabili casuali le cui densità di probabilità si possono scrivere come combianzione lineare di gaussiane pesate.
Variabili casuali notevoli discrete[modifica]
Variabile casuale di Bernoulli[modifica]
La variabile casuale di Bernoulli è di parametro .
ed è valida soltanto per
> x=[0,1]; > p = .2; % valore scelto arbitrariamente > f_x = [(1-p), p]; > stem(x, f_x)
Binomiale di parametri e [modifica]
Variabile casuale poissoniana[modifica]
da cui
Questa variabile casuale è utile per le prove ripetute con e