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Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00920


Atto n. 4-00920

Pubblicato il 22 novembre 2006
Seduta n. 80

NOVI - Al Ministro dell'interno. -

Risultando all'interrogante che:

nel febbraio 2006 una parte della magistratura napoletana veniva accusa da esponenti politici di rilievo nazionale di aver "favorito la prescrizione ad un processo su una coop rossa", in particolare riguardo ai processi "Katana 1" e "Katana 2", nei quali i dirigenti accusati furono assolti, tranne che per un unico capo di imputazione prescritto;

per quanto consta all’interrogante, le inchieste furono avviate dopo le dichiarazioni dei pentiti Carmine Alfieri e Pasquale Galasso e riguardavano accordi tra clan e coop per gli appalti relativi a grandi opere finanziate con i fondi della ricostruzione del dopo-terremoto del 1980. Nel 1995, infatti, furono eseguite, su richieste dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Napoli, decine di ordinanze di custodia cautelare, anche nei confronti di dirigenti nazionali delle cosiddette "Coop rosse";

le faide di camorra che in questi giorni stanno insanguinando il territorio della provincia di Napoli vengono di frequente alimentate da conflitti e competizioni tra clan per l’accaparramento di appalti e subappalti pubblici e per la gestione di amministrazioni locali per il controllo dei settori lavori pubblici e edilizia privata;

a giudizio dell'interrogante, vi è ragione di temere che quella parte della magistratura, spalleggiata da alti burocrati dello Stato, potrebbe essere compiacente nei confronti di quella che, all’interrogante, appare come la più grande operazione affaristico-criminale dell’ultimo ventennio che si sta consumando nell’area torrese-stabiese con la partecipazione di esponenti politici dei comuni costieri, della Regione Campania, di importanti Uffici dello Stato e di esponenti delle pericolose organizzazioni criminali denominate "Clan Cesarano" e "Clan D’Alessandro";

infatti, risulta all’interrogante che la Pompei Tech World S.p.A. deve realizzare, di concerto con l’Agenzia per lo sviluppo locale dell’area torrese-stabiese e con denaro pubblico, un Parco tematico mediante riqualificazione e recupero funzionale delle aree dimesse ex Tecnotubi Vega e limitrofe. Si tratta di un investimento da 73 milioni di euro (dei quali 40 provenienti da un finanziamento a fondo perduto assegnato dalla Commissione europea e da erogarsi mediante la Regione Campania). Il progetto rientra nel Contratto d'area torrese-stabiese - da attuarsi in due anni - e prevede un parco virtuale che sarà realizzato nel Comune di Torre Annunziata su una superficie di 120.000 metri quadrati (suoli ceduti in parte dalla società pubblica TESS, retta da Leopoldo Spedaliere alla Pompei Tech World S.p.A.) a un chilometro dagli scavi archeologici di Pompei. Sulla stessa area è prevista, inoltre, la realizzazione sul territorio del Comune di Castellammare, ai confini di quello di Torre Annunziata, di strutture alberghiere di proprietà di privati, mediante la riconversione in strutture di ricettività degli immobili della ex Cirio;

con fondi pubblici verranno inoltre realizzati, nell’ambito, delle stesse iniziative, due grossi edifici destinati ad incubatori di imprese: il primo destinato ad attività di ristorazione, artigianato, sala da gioco e svago con bowling ed un albergo con circa 150 camere e 250/300 posti letto che sorgerà al confine tra Torre Annunziata e Pompei, a ridosso degli scavi di Oplonti, di Ercolano e Pompei. Nel secondo edificio sorgerà, invece, un complesso polifunzionale per la vendita di capi di abbigliamento dei prodotti “Made in Italy”, nonché per svolgere manifestazioni di moda;

la realizzazione dell’operazione vede partecipi:

l’Assessore all’agricoltura e alle attività produttive, Andrea Cozzolino (DS) che cura gli aspetti relativi ai finanziamenti pubblici;

il Sindaco di Torre Annunziata, Luigi Monaco (che è a capo di una Giunta di centro sinistra) che si occupa degli aspetti urbanistici-amministrativi per la realizzazione del Parco;

l’Amministratore delegato di TESS (Agenzia per lo sviluppo locale dell’Area Torrese-Stabiese), Leopoldo Spedaliere, ex sindaco di Portici, a quanto consta già rimosso da quell'incarico per condizionamento della criminalità organizzata ed in particolare per i rapporti commerciali stretti con i fratelli Sorrentino (nota «famiglia camorristica», così definita dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli con un provvedimento giudiziario del dicembre 2002) dai quali Spedaliere, quale sindaco di Portici, acquistava per un importo sovrastimato per svariati miliardi di lire un complesso immobiliare composto da manufatti di una fabbrica dismessa denominato Kerasav, per riconvertirlo in un incubatore di imprese; cioè sullo stesso modello di quello che intende realizzare nell’ambito del progetto Pompei Tech World. A quanto consta all’interrogante, lo Spedaliere è tuttora indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, come si evince dal quotidiano "Il Mattino" del 14 settembre 2006;

il Sindaco di centro-sinistra di Castellammare di Stabia, Salvatore Vozza, che si occupa della variante al Piano regolatore di Castellammare per consentire la riconversione in struttura di ricettività alberghiera degli immobili dell’ex stabilimento Cirio, che verrà posto a supporto del Parco Tematico del progetto Pompei Tech World. Lo stabilimento ex Cirio è di proprietà di Adolfo Greco, imprenditore del settore caseario-alimentare di Castellammare di Stabia, noto per esser stato socio del boss della camorra Raffaele Cutolo, in quanto gli stessi erano comproprietari del Castello Mediceo di Ottaviano, sottoposto a confisca sulla base della legislazione antimafia. Greco è stato più volte citato dalle cronache giudiziarie per avere intessuto un'intermediazione tra settori deviati dello Stato ed il boss Cutolo, in occasione delle trattative tra la camorra e le Brigate Rosse per il rilascio dell’ex assessore regionale Ciro Cirillo. Attualmente Greco è ritenuto collegato ad una potente organizzazione criminale attiva sul territorio di Castellammare di Stabia. Il valore dello stabilimento è oltremodo lievitato dopo che lo stesso sindaco Vozza ha fatto realizzare un ampio parcheggio per auto proprio a ridosso dello stesso immobile. Risulta, inoltre, all’interrogante che Greco, per condurre a buon fine la procedura amministrativa di variante al Piano regolatore generale del Comune di Castellammare di Stabia, si avvale di un noto avvocato napoletano, figlio di un alto burocrate di un importante ufficio governativo del capoluogo campano, nonché consulente dell’Amministrazione comunale di Portici, capeggiata da Vincenzo Cuomo, ex vice sindaco della Giunta Spedaliere;

la società Pompei Tech World S.p.A.. Tra i soci figura la società GAN S.r.l., con sede in Milano (iscritta alla Camera di commercio, industria e artigianato di Milano nella sezione ordinaria in data 21 novembre 2005 – n. 01632790638) il cui amministratore unico è tale Sicignano Sebastiano, nato a Castellammare di Stabia il 22 marzo 1952. Il Sicignano è stato oggetto di indagini dell’Autorità giudiziaria da parte della Commissione parlamentare antimafia in quanto coinvolto nella vicenda relativa ad alcuni suoli di Afragola già confiscati alla famiglia camoristica Magliulo e poi destinati, con procedure ritenute illegali, per l’insediamento del centro commerciale IKEA. Sicignano, come si evince dal rapporto della Commissione parlamentare antimafia del 20 gennaio 2006 è “risultato direttamente collegato a Domenico Barbato, soggetto con precedenti penali e di polizia, destinatario di proposta per l’applicazione di misure di prevenzione personale e patrimoniali ex lege 575/65 perché ritenuto organicamente collegato al clan camorristico Alfieri-Cesarano. Barbato Domenico, a quanto consta all'interrogante, è stato condannato nell’anno 2005 dalla I Sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata (Napoli) a 3 anni di reclusione per i reati di cui agli artt. 110 e 629 del codice penale, comma 2, con l’aggravante di cui all’art. 7 della legge 203/1991 per avere favorito gli interessi del clan camorristico Alfieri-Cesarano. A quanto consta all’interrogante, Barbato risulta, peraltro, essere l’amministratore di fatto della società Orchiedea, formalmente intestata alla moglie convivente, proprietaria dell’immobile sito in Castellammare di Stabia che ospita gli Uffici delle Forze di polizia e dell’Azienda sanitaria locale Napoli 5, condotti in fitto dalla Prefettura di Napoli. Per quanto consta all'interrogante, la realizzazione delle strutture e delle opere del Parco tematico previste nell’ambito del progetto della Pompei Tech World è in corso di affidamento ad imprese riconducibili ai noti fratelli Negri, imprenditori coinvolti unitamente al citato Barbato ed a esponenti apicali di organizzazioni criminali in vicende giudiziarie connesse proprio alla realizzazione di grandi strutture commerciali come quella dell’Auchan di Pompei (ex città mercato), dell’IKEA di Afragola e dell'Ipercoop di Quarto,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti sopra descritti e quali siano le sue valutazioni al riguardo;

quali provvedimenti si intendano adottare per impedire che la commistione affaristico-mafiosa sostenuta da un sistema di devianze politiche e istituzionali sopra descritta venga portata a compimento;

quali immediati provvedimenti intenda adottare per rimuovere i complici silenzi di chi è deputato a prevenire e contrastare tali illegalità;

quali siano le iniziative di competenza che si intendano adottare per ripristinare la legalità presso i comuni di Castellammare di Stabia e di Torre Annunziata e presso la società pubblica TESS, retta dall'ex Sindaco di Portici, Leopoldo Spedaliere, che a quanto consta all'interrogante, è stato rimosso per condizionamento camorristico, ed allo stato è indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, come emerge dal quotidiano "Il Mattino" del 14 settembre 2006.