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Inclusione scolastica, in Campania situazioni inquietanti

5:40 pm Senza categoria

Redattore Sociale del 17-11-2009

Inclusione scolastica, in Campania situazioni inquietanti

L’assessorato all’Istruzione della regione Campania a Roma il 19 novembre presenterà in conferenza stampa i dati sullo stato di emergenza dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità

NAPOLI – Emergono dati scandalosi dal monitoraggio effettuato dall’assessorato all’Istruzione della regione Campania, in merito all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Lo denuncia proprio l’assessore regionale Corrado Gabriele ,che fa sapere in una nota l’intenzione di divulgare i dati in una conferenza stampa che si terrà giovedì 19 novembre a Roma.
Il tutto è cominciato il 12 settembre 2009, quando il ministero dell’Istruzione inviava richiesta agli Uffici scolastici regionali di effettuare una ricognizione sull’affollamento delle classi in relazione alla presenza di alunni con disabilità, L’assessorato campano si è prontamente attivato, in collaborazione con la Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per effettuare il monitoraggio nelle scuole della regione. Sono state prese in considerazione classi in cui fossero presenti uno o più alunni con disabilità e l’iniziativa è stata curata dallo Sportello Integrazione del Progetto Scuole Aperte dell’Assessorato all’Istruzione della Regione Campania
”Il monitoraggio ci è stato segnalato con urgenza – spiega Paolo Monaco, uno dei responsabili del progetto Scuole Aperte della Regione Campania – grazie alla rete che già abbiamo a disposizione abbiamo risposto con grande celerità e siamo stati i primi in Italia a preparare i dati”.
Moltissime istituzioni scolastiche del territorio campano hanno risposto prontamente alla sollecitazione dell’assessorato. I dati registrati, che fotografano con precisione la condizione attuale, consentono già una valutazione oggettiva, in quanto riferiti ad un campione di popolazione superiore al 20% del numero complessivo delle scuole.
Il quadro complessivo risultante dai dati censiti risulta particolarmente inquietante e confermano in pieno l’allarme pervenuto all’assessore Corrado Gabriele da parte non solo del mondo della scuola ma anche delle famiglie che si sono rivolte alle associazioni.
Nelle scuole della regione vi sono classi che, pur in presenza di alunni con disabilità, arrivano a contare 37 alunni. Classi formate da 34 alunni di cui 4 con disabilità. La situazione non riguarda casi sporadici: molte istituzioni scolastiche riferiscono classi con un numero di alunni elevato anche in presenza di alunni certificati. Questa condizione accomuna tutte le province della regione.
”L’urgenza d’altro canto è data non solo dal sovraffollamento delle classi – aggiunge Monaco – ma anche dalla riduzione del numero dei docenti e dal ridimensionamento degli insegnanti di sostegno”. Lo scenario riporta una realtà difficilmente gestibile, sicuramente al di fuori dei parametri di una scuola di qualità e in violazione degli stessi indicatori di sicurezza ambientale tanto per gli alunni quanto per il personale della scuola.
“L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità vive uno dei suoi momenti più critici e bui. L’intero processo appare messo in discussione da scelte che anziché essere orientate a rimuovere gli ostacoli, ne creano continuamente – sottolinea l’assessore Corrado Gabriele – al silenzio del Ministro dell’Istruzione che dal 12 ottobre non risponde alle precise richieste di questo assessorato, si è ritenuto opportuno presentare in conferenza stampa, insieme alle principali associazioni di rappresentanza delle persone con disabilità e delle loro famiglie, il dossier aggiornato sul sovraffollamento delle classi di nuovi dati, già inviato al Ministero della Pubblica Istruzione”.
La conferenza stampa si terrà giovedì 19 novembre alle ore 11 presso la sede della Regione Campania a Roma Via Poli, 29 (traversa di Via del Tritone) secondo piano.

(Elena Scarici)

Redattore Sociale del 18-11-2009

Sovraffollamento in classe, le associazioni della Campania: “Situazione illegale”

Il ministero dell’Istruzione ha chiesto due mesi fa una ricognizione alle regioni sulla situazione delle scuole. I dati della Campania segnalano secondo le associazioni una vera e propria emergenza: “In oltre cento classi situazioni non tollerabili”

ROMA. L’integrazione scolastica è anche una questione di organizzazione: lo sanno bene le associazioni del Coordinamento “Noi non ci stiamo”, promotrici della manifestazione del 20 novembre contro le classi differenziali e il sovraffollamento delle classi con alunni disabili. Un tema, questo del sovraffollamento, che già da alcuni mesi è stato segnalato al Miur dalla Fish e sul quale lo stesso ministero ha invitato le Regioni a realizzare una ricognizione. La richiesta del Ministero, che risale al 12 settembre scorso, è stata finora raccolta solo dalla Campania, che tramite il progetto Scuole Aperte dell’assessorato all’Istruzione ha realizzato un monitoraggio su un campione superiore al 20% della popolazione scolastica complessiva. E ha rilevato dati tutt’altro che rassicuranti: “La normativa attuale spiega uno degli organizzatori, Vito Bardascino, coordinatore dell’Osservatorio regionale campano sul Diritto all’ educazione prevede che, in una classe che conti da 20 a 25 alunni, possa essere inserito un solo alunno con disabilità, mentre in presenza di due studenti disabili la classe debba essere composta da meno di 20 alunni”. Classi con più di 25 alunni non sono invece adatte ad accogliere ragazzi disabili.

Ma la realtà è molto diversa dalla teoria. “Nella nostra regione, abbiamo contato numerose situazioni di emergenza – riferisce Bardascino – Secondo i dati aggiornati all’ottobre 2009, esistono nella nostra Regione più di 100 classi con situazioni non tollerabili: abbiamo rilevato ben 70 classi con un numero complessivo di alunni compreso tra 26 e 29, di cui da 2 a 6 con disabilità. 18 classi contano da 2 a 4 alunni disabili su un totale di 30-34 studenti. In altri 17 casi un alunno disabile è inserito in una classe sovraffollata (30-37 alunni)”. L’aggiornamento di questi dati, fino al 12 novembre, sarà reso noto in una conferenza stampa che si terrà a Roma il 19 novembre. “Possiamo già anticipare afferma Bardascino che i nuovi dati confermano questa tendenza ed evidenziano una situazione generale di illegalità e non sicurezza”. (cl)
Redattore Sociale del 18-11-2009

Scuola, no alle classi differenziali: venerdì associazioni in piazza

A Napoli e in altre città manifestazioni davanti agli uffici scolastici provinciali o regionali: sul banco degli imputati l’inefficienza del sistema scolastico nell’accoglienza e inclusione degli studenti disabili

ROMA. No alle classi differenziali, sì alla scuola dell’integrazione: è questo il messaggio che il Coordinamento delle associazioni “Noi non ci stiamo” porterà in alcune piazze italiane venerdì 20 novembre. La manifestazione, che si svolgerà in contemporanea a Napoli e in altre città, davanti agli uffici scolastici provinciali o regionali, vuole richiamare l’attenzione sull’inefficienza del sistema scolastico nell’accoglienza e l’inclusione degli studenti disabili.
I punti critici denunciati dagli organizzatori sono, in particolare, la presenza di più alunni con disabilità inseriti nella stessa classe, il sovraffollamento delle classi, l’esistenza di attività riservate ai soli alunni disabili, la riduzione delle ore di sostegno, la scarsa formazione del personale scolastico sui temi dell’inclusione e l’abrogazione delle deroghe per lo sdoppiamento della classe.
Le associazioni chiedono dunque che “sia consentito un sol alunno con disabilità per classe”, che siano sdoppiate le classi composte da più di 20 alunni di cui uno o più disabili; che siano abolite le attività differenziali e sia assicurata un’adeguata “formazione obbligatoria, iniziale e in servizio, sui temi dell’integrazione per tutto il personale scolastico”. Netta la stroncatura della proposta di “formare insegnanti specializzati per le singole patologie” o “insegnanti infermieri”.
Dopo la manifestazione del 20 novembre, l’appuntamento successivo per tutte le associazioni aderenti sarà per il 3 dicembre, giornata internazionale delle persone con disabilità: per quella data è infatti stata organizzata da Fish e Fand una grande manifestazione a Roma. (cl)

La Repubblica del 18-11-2009

Disabili, taglio netto agli insegnanti di sostegno pioggia di ricorsi: “Torna la classe differenziale”

Circa cinquecento insegnanti in meno mentre crescono di 4000 unità i ragazzi disabili I racconti delle famiglie: ogni ora che salta è un passo indietro per l´alunno

ROMA – Ogni ora tagliata è un salto all´indietro. Ogni insegnante che se ne va un trauma psicologico difficile da ricostruire. Come una barriera architettonica che non si riesce mai ad abbattere, perché per loro, i bambini e i ragazzi H (così la scuola ancora li definisce) la vita in Italia si è fatta davvero dura. Si chiamano Valerio, Giulia, Martina, Claudia, Adele, hanno dai 4 ai 18 anni, hanno disabilità diverse, e abitano in ogni luogo d´Italia. Da quest´anno, con i tagli della riforma Gelmini, hanno perso la metà dei loro diritti: ore di sostegno dimezzate, assistenza inesistente, accesso allo studio, di fatto, negato. Parliamo di studenti disabili, vittime del taglio degli insegnanti di sostegno, la faccia più oscura e dolorosa della scuola senza più fondi, dove spesso non c´è più nessuno che accompagni al bagno il piccolo con handicap, nessuno che lo sorvegli, e dove anche 5 o 6 alunni disabili vengono concentrati in un sola classe. Dove, denuncia Alessandra Corradi, una mamma di Verona con un bimbo di 4 anni, cieco e con una grave tetraparesi, «sono tornati gli stanzini H». «Spesso mio figlio, con la scusa di proteggerlo dalla confusione, veniva portato in una classe a parte, lui da solo, senza gli altri bambini… Vi sembra integrazione questa?».
I dati dell´anno 2009/2010 segnalano un taglio di circa 500 insegnanti di sostegno con un aumento però di oltre 4000 ragazzi disabili. Questo vuol dire, spiega Giuseppe Argiolas, docente all´Istituto “Colli Vignarelli” di Sanluri, in Sardegna, «che la maggioranza dei ragazzi e dei bambini disabili che ieri avevano diritto a 18 ore di sostegno alla settimana, oggi arriva a malapena a nove». Con conseguenze spesso gravissime per le vite di studenti, che con enormi sforzi e pazienza conquistano pezzetti di autonomia e abilità. «Anche in questo istituto, da sempre all´avanguardia nell´integrazione e nel processo formativo dei giovani con disabilità, oggi c´è una prima superiore con addirittura sei ragazzi con seri handicap riuniti tutti insieme, mentre per il buon andamento della classe, per il successo sia loro che dei ragazzi normodotati non dovrebbero essere più di due. Ma qual è il disegno? Tornare alle classi differenziali?». Il risultato è una pioggia di ricorsi che si è abbattuta sui tribunali regionali di tutta Italia, da parte di famiglie che chiedono, e spesso ottengono, che per i loro figli, vengano ripristinate le ore di lezione legittime.
Una battaglia di raccomandate e carte bollate, come quella che ha intrapreso Marisa Melis, mamma di Martina, che ha 14 anni, una grave malformazione cerebrale, ma una fantastica voglia di vivere e di imparare. Grazie agli sforzi fin qui fatti dalla famiglia e dagli insegnanti Martina fa equitazione, è cintura marrone di karate, partecipa ai campi Scout, legge e scrive bene, ma ha bisogno di continuo appoggio e di percorsi personalizzati. «Invece da quest´anno Martina ha il sostegno soltanto per nove ore alla settimana, contro le 18 dell´anno scorso. Ho protestato con la dirigente, con il ministero, ma non ho ottenuto niente. Se Martina non viene stimolata, seguita, ogni volta si torna indietro, ogni successo di questi bambini è figlio di sforzi enormi… Così ho deciso di fare ricorso al Tar e in questi giorni arriverà la sentenza».
Storie di sfide quotidiane, vissute in silenzio, l´Italia è uno dei paesi d´Europa che destina meno risorse alla cura e allo sviluppo delle persone con handicap. Giulia Dolcetti ha 45 anni, è un´insegnante di sostegno precaria che quest´anno ha perso il posto. «Ma la vittima di questo taglio – racconta Giulia – non sono soltanto io, ma anche un bambino di 9 anni che si chiama Pietro. La sua diagnosi? Grave disturbo pervasivo dello sviluppo. Autismo. Pietro non parla, ma capisce tutto, comunica con il computer, scia e nuota come un campione. L´ho seguito per tre anni, avevamo un rapporto forte e bellissimo: oggi Pietro a scuola non ci vuole più andare. A novembre non gli è stata ancora assegnata un´insegnante di sostegno, e senza di me sembra aver perso il suo legame sia con i compagni che con lo studio… Ma che Stato è questo che punisce i più deboli?».
La guerra dei ricorsi è soltanto all´inizio. E se in Sardegna una mamma passa tutta la sua giornata davanti alla scuola del figlio, affetto da autismo per “tradurre” ai prof che cosa vuol dire il ragazzo, Alessandra Corradi, mamma di un piccolo tetraplegico, spiega in poche parole cosa vuol dire disinteresse. «A mio figlio, cieco fin dalla nascita, le maestre in classe chiedevano: “La vedi quella cosa lì?”. La stessa insegnate di sostegno ha confessato che per lei il mio bambino era troppo grave… Per fortuna il Comune ci ha assegnato una “lettrice”, che con la musicoterapia e l´ascolto delle fiabe stimola il suo udito e le sue abilità. E quando c´è lei mio figlio cambia, sorride, non è più triste».

MARIA NOVELLA DE LUCA
(ha collaborato Salvo Intravaia)
http://precarisalerno.forumup.it/viewtopic.php?t=964&mforum=precarisalerno

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